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20.000 METRI

20.000 METRI

In questi ultimi anni il dato che ha generato nell’essere umano la voglia di alzare l’asticella sempre di più è stato sicuramente quello legato al dislivello, prima con gli Everesting (termine che deriva dalla fusione delle parole Everest e cycling, con l'obiettivo di arrivare a quota 8.848 metri di dislivello, appunto quello che fa registrare la montagna più famosa del mondo) e a seguire con qualsiasi altra follia che l’essere umano si è inventato per superarsi.


Amedeo prima di provare i suoi 20.000 metri aveva già portato a casa pazzie degne di nota, tra cui un 10.000 metri, che rimane di per sé già una ardua sfida non per tutti, ed è proprio da qui che ha iniziato a sorgere dentro la sua testa l’idea di raddoppiare, e così avrebbe fatto.

Reduce da un periodo non semplice, poco allenamento e due settimane prima risultato positivo al Covid-19, Amedeo volle comunque provare a compiere questa follia e sfidare se stesso.. 

Arrivato il fatidico giorno di partire il clima non era di certo dalla sua parte, fin da subito si percepiva che il brutto tempo avrebbe reso tutto ben più difficile di quanto si pensasse.
Fedele al suo road book con le tempistiche stimate Amedeo procede a buon ritmo per la prima decina di salite, fino a che la fatica, il freddo, la pioggia iniziano a presentare il conto.Tutto diventa, metro dopo metro sempre più  una sfida con sé stesso, che solo la mente può permetterti di portare a termine.

5 gradi, nebbia, pioggia incessante costringono Amedeo ad anticipare la prima sosta. Una doccia calda e un attimo di tregua da quel maledetto mal tempo che non smette di accanirsi sulla salita prescelta per l’impresa. A questo punto mancava ancora più di meta dislivello e la voglia di mollare era tanta, ma alla fine dopo un po’ di riposo e una colazione ben più che abbondante alle 5.30 del mattino si riprende da dove si aveva lasciato.

Purtroppo, il mal tempo non smette di mettere i bastoni tra le ruote, ma con l’arrivo del giorno amici e conoscenti iniziano a spuntare come funghi sotto la pioggia, accompagnando Amedeo nel suo piccolo calvario facendoli trovare la forza e la voglia di continuare, passano cosi un'altra decina di ore, senza che la pioggia abbia mai smesso di cadere fitta.

Alle 19 Amedeo, completamente esausto, decide di giocarsi la sua seconda e ultima sosta, cosi si infila a casa del suo miglior amico che li sta facendo assistenza ormai da più di 24 ore. Un'altra doccia calda, una pizza in compagnia e mille milione di schifezze, il più dolci possibili vengono sbranate alla velocità della luce per ricaricare per l’ultima volta le gambe ormai sbriciolate. Pieno di adrenalina Amedeo decide di riprendere la sua scalata.

L ‘ultima tranche di salite inizia con uno spiraglio di luce interrotta immediatamente dopo la prima salita, ricomincia di nuovo a piovere.

A quel punto però Amedeo, cosciente di aver pedalato per più di 2/3 dell’ impresa sotto il diluvio, decide di non mollare, mancano solo 9 salite su 35 per portare a casa la sua impresa.Questo mood lo premia e dopo qualche ora, come per magia, il cielo si apre, le temperature si alzano e la pioggia sparisce, cosi Amedeo riesce a chiudere le sue ultime 5 salite in salopette estiva.

In cima all'ultima salita Amedeo in lacrime trova ad attenderlo tutta la sua famiglia, i suoi genitori, sua moglie, sua figlia e i suoi migliori amici. Ecco come tutto prende senso, tutto è al suo posto. 

Dedizione, passione, fatica e soddisfazione: il menù di una tre giorni mozzafiato. L'everesting è "un'impresa" che prende ancora più valore se fatta da persone che lavorano.

CALVARINA BLITZ CLIMB in 34 ore e 42 minuti per un totale di 642,59 km e 20,551 metri di dislivello.

 

Questo racconto non potrà minimamente spiegare cosa si può provare nel fare una cosa del genere, ne le motivazioni per il quale una persona arrivi a farlo.

I limiti sono solo nella nostra testa.